A don Osvaldo Morelli

A don Osvaldo Morelli:

Sei, come me, pastore delle mie pecorelle e devi condurle ai pascoli soprannaturali. Se mostri in te le miserie del mondo, tu cammini nel pietrame della terra, dove crescono solo le spine. Ogni atto mondano, o fatto a modo umano, è un ceppo di spine che non nutre ma punge, che non allieta ma insanguina.”

(Gocce di balsamo e faville d’Amore. Elevazioni di don Dolindo Ruotolo ai sacerdoti e alla loro missione.)

Caro don Osvaldo, la tua passione per Cristo è evidente nelle scelte di vita personale, sacerdotale e pastorale e oggi mi sento di ringraziarti.

Ti ringrazio quando alle 11 di sera mi chiami e mi chiedi di venire con te perché c’è un extracomunitario ubriaco che un’ambulanza ha trovato sul ciglio della strada e non sa dove portarlo perché in ospedale non può andare.

Ti ringrazio quando mi chiedi di far lavare e vestire un clochard che è venuto a bussare alla porta della tua sacrestia.

Ti ringrazio quando mi chiedi di seguirti in caserma per denunciare quell’italiano pseudo cristiano che ha minacciato un musulmano extracomunitario alla tua presenza.

Ti ringrazio quando mi chiedi di seguirti la sera con i ragazzi della tua parrocchia per aiutare i senzatetto seduti sulle panchine della villa comunale.

Ti ringrazio quando mi chiami per acquistare i libri scolastici a quei bambini di famiglie che non hanno possibilità economiche.

Ti ringrazio quando mi chiami per attivare una catena di solidarietà economica per quella famiglia a cui è bruciata casa e a quella a cui è caduto il tetto.

Ti ringrazio quando mi porti al Bambin Gesù da quella famiglia che ha la bambina ricoverata in pianta stabile, per portargli solidarietà e sostegno.

Ti ringrazio quando condividi l’esperienza dell’aggressione che hai subito durante la distribuzione delle derrate alimentari agli indigenti.

…Seguimi nella via della Croce, e non turbarti delle contrarietà che incontri. Seguimi fino alla completa immolazione di te, porta la tua croce come io portai la mia, per amor tuo. Perdona, soffri per amor mio, prega. Col tuo perdono e colla tua preghiera, aprirai le porte del Paradiso a chi ti è ingrato e ti fa del male. Non dar peso a quello che può dirsi di te, perché non ha valore innanzi a Dio che ti giudicherà. Invoca la misericordia, e Dio ti accorderà misericordia. Non temere. Se le tentazioni ti turbano, non ti agitare, disprezzale e rifugiati nel mio Cuore e in quello di Maria. Quando le cacci e le vinci, mi dai testimonianza di amore, e io ti amo di più, figlio mio.”

Caro don Osvaldo: Ti ringrazio per tutte le volte che mi correggi e mi calmi quando le avversità della vita sembrano prendere il sopravvento.

Ti ringrazio per tutte le volte che mi convinci a non lasciare la mia croce, fonte di salvezza.

Ti ringrazio per tutte le volte che mi hai dedicato parte del tuo tempo.

Ti ringrazio per tutte le volte che mi sorridi anche se affannato dalle vicissitudini della vita.

Ti ringrazio per tutte le volte che coraggiosamente e umilmente taci davanti a chi ti giudica senza sapere. Ti ringrazio per aver scelto di essere “Sacerdote in eterno”, chinato sui bisogni di una umanità ferita, per essere balsamo di speranza e presenza vera.

 

Firmato: Antonio Montecuollo; Antonio Patalano; Daniela Picciocchi; Donato Lepore; Giacomo Zampi; Gianluca Bencivenga; Giuseppe Pagliaro; Juse Bencivenga; Luca Caiazzo; Marina Nardella; Maurizio Serao; Vincenza Gatti.

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Consigliere diocesano dell'Ufficio Caritas

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